Spettacoli

Spettacoli in preparazione

ilcappello-nellaneveIL CAPPELLO NELLA NEVE
La ritirata di Russia

Note dell’Autore
Perchè la memoria di chi ha bruciato la propria esistenza in un’inutile guerra non sbiadisca. Lo spettacolo è dedicato alle Divisioni alpine e a tutti coloro che insanguinarono le interminabili piste nelle lontane steppe russe. Che il sacrificio e l’eroismo di tanti uomini sia d’esempio e monito alle generazioni future, proiettate verso un mondo di fratellanza e pace universale. P. M.

Attori
Matteo Balduzzi – Elia Paccani –  Gian Vittorio Bonomi – Luca Bronzino – Francesco Brighenti – Angelo D’Ambrosio – Kristian Dodaj – Marco Foresti – Pierangela Franchina – Maria Lanza – Piero Marcellini – Giuseppe Ricciardi – Sara Sgobio – Gianni Zanetti

Testo e Regia: Piero Marcellini

Consulente musicale: Elisa Pezzi – Traduttrice russa: Elena Kozlovskaya

Scenografie e scenotecnica: Fabiano  Frosio

Costumista: Iride Tombini – Luci ed effetti sonori: Alberto Benigni.

Si ringraziano per le collaborazioni: La sezione A.N.A. (Associazione Nazionale Alpini) di Bergamo e Il Comando Generale delle Truppe Alpine di Bolzano

 

DONNA DE PARADISODONNA DE PARADISO
Lauda di Jacopone da Todi

Il testo è una lauda drammatica, ovvero un dialogo a più voci che drammatizza la passione di Cristo come se fosse una rappresentazione teatrale (simili scene venivano recitate nelle celebrazioni liturgiche nel Medioevo e diedero origine nei secc. XIV-XV alla sacra rappresentazione). Le voci che descrivono il martirio sono quelle di Maria, appunto la Donna de Paradiso, di un nunzio che fa da voce narrante (potrebbe essere san Giovanni, al quale Gesù affida la madre alla fine del componimento), della folla di Ebrei che incita al martirio, di Gesù stesso.

La passione di Cristo è rappresentata nella sua crudezza e nella sua umanità, poiché Gesù è mostrato come un uomo che soffre e il cui corpo è flagellato e sottoposto a crudeli ferite. Altrettanto umana la figura della Madonna, il cui dolore è quello di una madre che soffre a vedere il figlio torturato senza colpa (all’inizio Maria tenta inutilmente di convincere la folla e Pilato dell’innocenza del figlio)…

Nella prima parte della lauda sono descritti i momenti salienti della via crucis, quando la folla conduce Gesù a Pilato e poi lo porta alla croce insieme ai due !adroni, flagellandolo e facendolo oggetto di sputi. Dopo la descrizione del martirio nelle strofe centrali, tutto si concentra sul corrotto, il lamento funebre di Maria che si rivolge in modo accorato al figlio; questi esprime dolore nel vedere la pena della madre, cui si rivolge con la parola mamma, carica di affettività e propria del linguaggio familiare. Gesù vorrebbe che la madre non assistesse alla sua morte, ma Maria non vuole andarsene e anzi manifesta il desiderio di morire con lui sulla croce. Dopo averla affidata all’apostolo prediletto san Giovanni, Gesù muore e Maria si abbandona a un lamento accorato, indicando il figlio con una serie di epiteti: lo definisce bianco e vermiglio, dal colorito bianco e rosso, ma anche bianco e biondo, piacente (già prima lo aveva detto amoroso giglio, per indicarne la purezza e la bellezza). Maria lamenta il fatto che il mondo lo abbia trattato in malo modo, uccidendolo crudelmente, quindi si affida a san Giovanni e si augura nuovamente che una stessa morte colga entrambi, secondo quanto le Scritture avevano profetizzato.

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